Un mese di guerra passa in fretta, portandosi dietro morte e distruzione, città rase al suolo, profughi in fuga, sguardi smarriti di persone che perdono parenti, amici, case, giocattoli. Da oltre un mese la guerra è mediatizzata; è sui giornali, in tv, su Twitter e Telegram. La guerra stessa è un media, per questo manipolabile in società - come in Russia - dove non esistono semplicemente “fatti alternativi”, come direbbero i trumpiani, ma mondi paralleli.
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