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Una lezione alla stazione di benzina

Una lezione alla stazione di benzina

Released Thursday, 24th March 2022
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Thursday, 24th March 2022
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In questo episodio, racconto una storia basata su un famoso proverbio italiano.

Buon Ascolto. Happy Listening.

Non so quante volte ho sentito ripetere il proverbio: “Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio.”  Bene.

Per dirti la verita, ho compreso la saggezza di questo ammonimento solo dopo aver soggiornato nel nostro piccolo appartamento che abbiamo comprato a Montepulciano in Toscana.

Qualche tempo fa, in Italia, dovevo fare il pieno alla macchina che avevo preso  a noleggio – una cinquecento di un colore blu scuro che proprio per questo avevo “ribattezzato” Scura.  Così mi fermai ad un self-service, in un paesino vicino a Montepulciano, dove non ero mai stata prima. Oggigiorno le stazioni di benzina sono quasi tutte self-service e dunque devi saper fare da sola tutte le operazioni necessarie per riempire il serbatoio.

Ma io sapevo come funzionava perché non era certo la prima volta che lo facevo. Così accostai Scura, la mia beneamata auto, alla pompa di benzina dal lato giusto, cioè dal lato del serbatoio, spensi il motore e mi diressi sicura verso la cassa automatica per inserire gli  80 Euro in contanti che avevo già preparato. Tolsi il tappo del serbatoio , sollevai la pistola, e dopo aver selezionato il corretto numero della pompa, la misi velocemente nel serbatoio spingendola fino in fondo, schiacciai il grilletto della pistola e aspettai il flusso di benzina.

Aspettai. Aspettai. Aspettai e niente. Non successe niente.  La benzina non usciva.  Provai più volte ma niente, neppure una goccia.  Non c’era nessuno lì vicino, così andai subito all’interno della stazione di servizio per chiedere assistenza. Trovai una commessa sui quarant’anni con i capelli lunghi e crespi e un inguardabile ricrescita grigia, il rossetto fuori dalle labbra che erano attaccate al telefono. Intuì che parlava con il figlio che era appena stato lasciato dalla ragazza e che quindi aveva bisogno del conforto della mamma. “Amore, quanto mi dispiace, non ti preoccupare, tutto andra’ bene.”

I minuti passavano ed il mio problema non trovava soluzione perché la “telefonata consolatoria”

 non vedeva la fine. Tenevo lo sguardo fisso su di lei, dando le spalle a Scura, nell’attesa che si decidesse a chiedermi di cosa avessi bisogno. Ma figurati...nemmeno mi guardava.

Così, col passare dei minuti, il sentimento di solidarietà umana che avevo provato per il ragazzo, all’inzio, si era trasformato in impazienza per la lunga attesa. Per calmarmi ripetevo sottovoce tutti i proverbi sulla pazienza che mi aveva insegnato mia madre.  “La pazienza è la virtù dei forti;”  “Perdere la pazienza significa perdere la battaglia.” “Per chi sa attendere, il tempo apre ogni porta.” E così via.

Finalmente, la commessa cioe’ la mamma, riattaccò il telefono, ma prima che io potessi speigarLe l’accaduto, Lei mi disse: “Ma Signora si svegli, non si e’ accorta che quel tizio ha fatto il pieno con i soldi suoi? Ha lasciato la pistola incustodita, e quello ne ha approfittato.”

Ma Lei non conosce il detto che “Fidarsi e’ bene. Ma non fidarsi e’ meglio.”

La Fine..

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