La parte di repertorio dedicata a vichinghi, guerrieri e figure fantastiche costituisce un pezzo fondamentale del complesso puzzle umano e artistico che risponde al nome di Emil Nolde. Dai primi anni ’30, come sappiamo, Nolde trova comunanza di idee con la propaganda nazionalsocialista, concentrando la propria spinta patriottica nel linguaggio che egli maggiormente padroneggia, ovvero quello artistico. Il seme dell’avvicinamento di Nolde al mondo fantastico e mitologico viene gettato fin dai primi anni del Novecento, in particolare è nell’estate del 1901 che il pittore, come egli stesso racconta nei suoi diari, si reca a Lildstrand, un piccolo villaggio di pescatori nel nord-est dello Jutland, dove Nolde può immergersi appieno in un’atmosfera che riporterà poi nelle sue opere.
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