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29-I Love Italy -  Il Povero Ricco - Edoardo Agnelli

29-I Love Italy - Il Povero Ricco - Edoardo Agnelli

Released Wednesday, 19th August 2020
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Wednesday, 19th August 2020
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Anche per questa puntata di I Love Italy continuiamo ad approfondire l'argomento suicidi. Quest'oggi parliamo di Edoardo Agnelli giovane rampollo di casa Agnelli, figlio di Gianni. Devo essere sincero fatta eccezione di Radio 24 e del programma " Il Falco e il Gabbiano " di Enrico Ruggeri, non ricordo altri programmi a lui dedicati. Il Nostro titolo " Il Povero Ricco " Penso esprima al meglio la sua Vita molto movimentata e in continuo scontro con l'Avvocato Agnelli .
Compie gli studi superiori al Liceo classico Massimo d'Azeglio di Torino, poi frequenta l'Atlantic College nel Regno Unito e l'Università di Princeton negli Stati Uniti d'America, dove consegue una laurea in lettere moderne. Designato dal padre come eventuale successore al vertice dell'azienda di famiglia, ben presto rivelerà scarso interesse per il mondo degli affari, dedicando maggior attenzione a temi filosofici e spirituali. A 22 anni polemizza sulla stampa contro Margherita Hack, difendendo i valori dell'astrologia. Compie viaggi in India, dove incontra il Maestro Sathya Sai Baba, e successivamente si reca a Teheran, dove rimane colpito dalla figura mistica dell'ayatollah Khomeini e si avvicina all'Islam sciita.
Nelle rare interviste concesse alla stampa, afferma di voler prendere le distanze dai valori del capitalismo e sostiene di volersi dedicare a studi di teologia.

La mattina del 15 novembre 2000 il suo corpo senza vita venne rinvenuto presso la base del trentacinquesimo pilone del viadotto autostradale "Generale Franco Romano" della Torino-Savona, nei pressi di Fossano; la sua Fiat Croma, con il motore ancora acceso e il bagagliaio socchiuso, era parcheggiata a lato della carreggiata del viadotto sovrastante che attraversa il fiume Stura di Demonte. La magistratura concluse presto le indagini formulando l'ipotesi del suicidio.
È sepolto nella monumentale tomba di famiglia, che sovrasta il cimitero di Villar Perosa, accanto al cugino Giovanni Alberto Agnelli, agli zii Umberto e Giorgio e di fronte al padre e alla madre. Come suo Ultimo testamento, rimane la sua lettera alla sorella Margi che abbiamo letto nell'episodio odierno e che adiamo a pubblicare qua:
«Ora torno in Italia Margi, rientro a casa. Sono felice, ma anche un poco in
tensione. Papà mi ha parlato, l'ultima volta che ci siamo sentiti, di alcuni
lavori e di certi progetti dei quali, lo confesso, nel particolare ho capito
ben poco. Oppure ho capito troppo bene e ora ho paura di aver inteso una
canzone stonata. Insomma, Margherita, sto per cominciare a vivere come le
regole della nostra famiglia impongono di fare. Sono certo di essere
adeguato e all'altezza di questo compito. Ma so anche, perlomeno è una
fastidiosa sensazione che mi punge l'anima come una spina delle splendide
rose bianche del tuo giardino, che dovrò giocoforza scontrarmi con fatti e
con persone distanti anni luci da me.

Come da te, del resto. Tu l'hai sfangata di lusso. Sei la bimba di casa. E
alle donne della nostra famiglia, lo sai bene anche tu, è concesso levitare.
Anzi, meglio se lo fanno. Unica eccezione la zia Susanna. Ma lei è di ferro.
Io sono il maschio e per me sarà tutto diverso. Dovrò farmi pietra. Per il
senso e per il rispetto del dovere che in effetti porto dentro, si capisce.
La vocazione, però, insinua altro tipo di scelte da quelle che, invece, sarò
obbligato a fare. La laurea che ho raggiunto, per esempio, è pezzo di carta
e basta. Giurisprudenza e Lettere antiche. Eserciterò mai. Papà, avvocato,
ha mai fatto l'avvocato.

Lo sai bene che la mia mente vola alto sopra le megalopoli industriali e,
osservando con attenzione sotto, vede poco di buono e tantissimo da
trasformare. Tu liberi te stessa con il pennello e con i colori a olio. E
così ti salvi. Perlomeno, galleggi sopra la tempesta. Io debbo ancora
trovare il mio angolo privatissimo, la mia camera di decompressione dove di
tanto in tanto rifugiarmi per poter recuperare energie mentali. Vorrei, per
questo, che papà mi stesse vicino per accompagnarmi lungo i primi passi del
percorso che, immagino, sarà lungo e assai impegnativo. Mi auguro proprio
che questo accada, anche se pensandoci provo un disagio simile alla paura.

Vedremo, comunque. lo mi sento un leone, te lo garantisco. Però nella
Savana, da solo, non ci sono mai stato e non so che cosa troverò anche se
posso bene immaginarlo. Una guida sarà indispensabile almeno per i primi
tempi. Papà mi ha dato appuntomento a Torino. Da lì, mi ha detto, andremo a
Cap d'Antibes per imbarcarci sulla Caprice. La nostra barca. Non credo
proprio che mamma verrà. Saremo soli lui ed io. Perlomeno noi della
famiglia. Forse Luca (Montezemolo), con noi. Deve farci sapere.

L'importante è che si riesca a stare un poco insieme io e nostro padre. Se
non si annoia prima, come spesso gli capita, dovremmo far vela per una
settimana intera sul mare della Costa Azzurra. Sarà una novità. Per parlare
e per pro¬gettare, dunque, di tempo ne avremo. Dirò a lui ciò che ho detto,
già mille volte, a te e vedrò come la prende. Credo proprio sia l'unica cosa
sensata che io possa fare, in questo momento così delicato della mia vita»

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