Per moltissimo tempo i popoli aborigeni d’Australia non hanno avuto contatti con il resto dell’umanità: si sono dovuti ingegnare da soli, e non poco, per sopravvivere in quell’ambiente decisamente ostile e hanno tramandato le loro conoscenze, di generazione in generazione, attraverso un immenso e affascinante patrimonio orale. Dopo James Cook c’è stato un altro inglese che ha legato per sempre la sua fama a questo luogo e alle sue genti, un uomo eccezionale che ha fatto del nomadismo il suo credo e che ci ha introdotto al Dreamtime con le sue “Vie dei Canti”: Bruce Chatwin, aborigeno del mondo, collezionista di oggetti, di storie, di strade.
Illustrazione di Elisa Pavanello
Sound design di Stefano Cassese | Underground Studio
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