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Si può fare - Interviste al Centro di Documentazione 'Oltre il Giardino' di Trieste

Si può fare - Interviste al Centro di Documentazione 'Oltre il Giardino' di Trieste

Released Friday, 5th April 2024
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'Oltre il giardino' è veramente un posto incredibile. Oltre il giardino è un luogo di memoria: pratica collettiva che attraversa documenti, immagini in movimento e fotografie, suoni e voci per ripercorrere e attualizzare una esperienza di radicale critica sociale e istituzionale della psichiatria, cominciata cinquant'anni fa con la nomina di Franco Basaglia come direttore dell'Ospedale Psichiatrico, chiamato a Trieste dal presidente della Provincia Michele Zanetti, nel 1971. Oggi il centro di documentazione è parte del progetto Giardini in Rete, portato avanti dalla Cooperativa Sociale "La Collina" e dalla Conferenza Permanente per la Salute Mentale nel Mondo "Franco Basaglia", in co-progettazione con il Dipartimento di Salute Mentale di Trieste. I contenuti iniziali di questa piattaforma online sono stati realizzati grazie al contributo della Foundation for Arts Initiatives. Documenti raccolti attraverso fondi personali e riproduzioni dei fondi pubblici del Dipartimento di Salute Mentale, la Provincia e la Regione, il centro di documentazione ospita scritti, discussioni, immagini quotidiane, rotocalchi e interviste, registrazioni e documentari, volantini, grafiche, copioni, organizzati in ordine cronologico e con fascicoli che permettono di approfondire temi specifici, ovvero quei momenti e quei temi che negli anni hanno segnato il dispiegarsi di una critica pratica della psichiatria e che oggi possono essere stimolo e strumento per inventare istituzioni di prossimità e per la salute mentale. Fondato dal dott. Franco Rotelli, in questo luogo si respira la realtà dell'utopia costruita a Trieste e non solo. Daniel, Anita e Raffaella, i nostri inviati speciali, incontrano Andrea Maulini e Marina Colja. Con loro parliamo di presente, di futuro e ripercorriamo questi decenni da un punto di vista diverso, che solitamente non si sente nei dibattiti e nelle riflessioni su questi temi: un punto di vista pratico, in cui cambiare è concretamente possibile se si sa 'come' 'si puà fare'. E se questa prospettiva pratica è ancora presente dobbiamo ringraziare Franco Rotelli e questo Centro di Documentazione. Buon ascolto!


Info su Oltre il giardino e sulle persone intervistate

Diecimila documenti, cinquemila fotografie, centinaia di ore di girato, il centro di documentazione è sito all'interno dell'ex ospedale psichiatrico, oggi Parco Culturale di San Giovanni, nel Padiglione M, laddove hanno sede Radio Fragola, la Sartoria Sociale "Lister", le cooperative sociali e alcuni spazi per il coordinamento dei servizi territoriali per la salute mentale di Trieste, rete di servizi sorta in questa lunga esperienza di deistituzionalizzazione.

Daniel, Anita e Raffaella incontrano le persone che si occupano di questo Centro. E da questi incontri, diviene facile capire come passato, presente e futuro si possano intersecare e influenzare.
Iniziamo con Andrea Maulini, che lavora per Resist - Rete per lo Sviluppo dell’Intrapresa Sociale nei territori, promuovendo l'intraprendere sociale. Andrea ci racconta come sia finito a lavorare in questo ambito e il suo interesse a continuare a mettere in discussione istituzioni, ruoli e gerarchie che limitano la libertà di espressione delle persone. 
Andrea ci ricorda l'importnaza di concentrasi sul pensiero di Franco Basaglia per attualizzarlo ed espandere le sue pratiche anche al di fuori della psichiatria.

Segue, un pò a sorpresa, l'ascolto delle parole di Marina Colja. E l'intervista si trasforma in un vero e proprio incontro. Aperto, emotivo, vivo per ricordare tutto il lavoro a seguito della riforma della legge 180 del 1978. Inevitabilmente, con Marina entriamo nel lavoro svolto in questi 40 anni e nella sua esperienza concreta nelle pratiche riabilitative alternative svoltosi a Trieste in questi anni. Entrando nella pratica di queste pratiche. "Il manicomio sta nella testa delle persone" ci dice Marina, che ricorda la lezione di Franco Rotelli, troppo spesso dimenticata, ossia che  'chiudere il manicomio è dare risposte alle persone': un lavoro pratico e quotidiano al servizio delle persone.

E con lei approfondiamo l'esperienza di chiusura del manicomio di Leros in Grecia, esperienza straordinaria in cui si è capito di come sia possibili recuperare, riabilitare le persone anche più in difficoltà, anche più istituzionalizzate. Come? Attraverso un dialogo radicale con l'altro e con l'umanità dell'altro. D'altra parte, 'parli se hai qualcuno a cui parlare' e spesso, dietro l'alienazione più devastante, si nasconde la scelta di chiiudersi di fronte un mondo totalmente incapace di comprendere.
Per questo, 'è importante conoscere il mostro', conoscere il manicomio e le tante forme che questo può assumere nelle cosidette istituzioni totali.

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Radio 32 - La Radio che Ascolta

Radio 32 - La radio che Ascolta è un progetto di comunicazione sociale e multimediale volto a favorire una connessione intelligente tra le persone attraverso un utilizzo strategico dei nuovi media.Una radio inclusiva, che fa dell’inclusione la propria battaglia, come strada per migliorare la società e la convivenza civile nelle nostre comunità, formata da un gruppo lavoro composto da operatori sanitari, cittadini, attivisti, persone con disabilità e/o fragilità socio-sanitaria, professionisti della comunicazione.Il filo comune di questi diversi modi di connettersi e comunicare, che ci lega assieme in questa esperienza, è l’idea di voler promuovere una comunità, e di conseguenza una società, capace di prendersi realmente cura delle persone in difficoltà, non delegando a ‘tecniche’ o ‘farmaci’, la cura e l’ascolto che solo le persone possono dare. In che modo? Promuovendo un approccio innovativo, una rivoluzione culturale, nell’ambito dell’assistenza delle persone che vivono un problema socio-sanitario complesso.Per una salute intersezionale.Il nostro manifestoRadio 32 nasce dalla volontà di cittadini, professionisti e volontari di affrontare le fondamentali questioni legate alla tutela della salute da una prospettiva diversa, in grado di mettere veramente al centro la persona prima dei sintomi e delle malattie. Radio 32 è una radio comunitaria, che vuole essere un’ottima ‘scusa’ per connettersi e creare reti informali, formali, territoriali e/o istituzionali. Reti di cittadini che in nome dell’articolo 32 della Costituzione italiana si impegnano ogni giorno per tutelare veramente la salute delle persone e della nostra società.Da qui la nostra attenzione verso le parole. Handiccapato, matto, tossico, migrante, vecchio, malato, disoccupato sono solo alcune delle tantissime ‘categorie‘ con cui etichettiamo ‘chi non ce la fa‘. ‘Parole’ che racchiudono vite singolari e particolari, perché dietro tutte queste ‘etichette’ ci sono persone: con le loro storie, i loro obiettivi e i loro difetti. E percepirlo non lascia indifferenti. Riteniamo che mettere al centro queste esistenze sia fondamentale per migliorare radicalmente la condizione esistenziale di tutti. Perché la medicina, da sola, può ben poco. Serve un sistema di cura basato sulla collettività e vogliamo favorire una rivoluzione culturale, un cambio di paradigma, nel mondo dell’assistenza e del supporto alle persone con un disagio fisico e/o mentale.Perché essere malati, oggi, è soprattutto un fastidio sociale.La povertà è divenuta una malattia, così come la vecchiaia. Anche emigrare, grande tradizione del nostro paese, è divenuta una malattia. Malati, inesorabilmente, divengono coloro che per professione si occupano dei marginali, di coloro che presentano “patologie sociali e relazionali” non curabili con un analgesico. Radio 32 sarà un orecchio attento in un mondo dove, a dispetto del moltiplicarsi delle voci e degli strumenti di espressione, la capacità di ascoltare è sempre più rara. E faremo tutto questo con il sorriso: il primo vero atto di prevenzione, il primo atto di cura, il gesto forse più rivoluzionario in questo preciso momento storico.”Radio 32

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