Ray Leamon Hunt, ambasciatore e già responsabile logistico della Forza Multinazionale del Sinai incaricata di controllare il territorio che divide l’Egitto da Israele, si apprestava a rientrare nella sua casa di Roma, ove abitava da un anno, a bordo di un’auto blindata condotta da una guardia del corpo. Gli tagliò la strada un gruppo di terroristi che viaggiava su una Fiat 128. Gli aggressori, sfondata la blindatura dei vetri a colpi di mitra, lo uccisero risparmiando l’autista. L’omicidio fu rivendicato dalle “Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente” (BR – PCC) con un comunicato nel quale, richiamando le professioni antimperialiste già esposte in occasione del “sequestro Dozier”, attaccavano Hunt come uno di quei funzionari “sguinzagliati in tutto il mondo ad organizzare le tante nefandezze che l’imperialismo USA commette ai danni dei popoli”.
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