Ceduta nel 1904 a Eleonora Duse che doveva allestirla nel 1906 per la regia di Gordon Craig, quest'opera è una versione del mito Sofocle che non si distanzia dall'originale se non per la morte finale di Elektra, stroncata dalla gioia ebbra che la coglie alla vendetta perpetrata da Oreste su Clytemnestra ed Egisto. Elektra è prosciugata dall'odio, i servitori la evitano, tutti la temono, anche la sorella Chrysothemide che sarebbe più incline a dimenticare e continuare a vivere.
In questa scena Chrysothemide rivendica la sua voglia di normalità, il desiderio di uscire da quel cerchio di dolore e di odio.
Nella giornata mondiale del teatro, 27 marzo 2021, con teatri chiusi da tempo, il mio è lo stesso desiderio di ritorno all'arte.
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